Un Urlo tra la Valpelline ed il vallone del Gran San Bernardo. Ho pensato poco per coniare questa definizione del Mont Saron, mentre portavo avanti la mia tribolazione sulla ripidissima uscita in vetta. Chi sale qua sopra sappia che non potrà semplicemente “fare una gita”, ma si troverà a far visita ad uno dei più bei Santuari del fuoripista valdostano. In dote c’è sempre un continuo ed incontenibile panorama a fare da cornice sublime. Se prorpio dobbiamo trovare una pecca, manca solo il Cervino, come al solito nascosto dietro ai Morion.
E’ una salita grandiosa, e lo è ancora di più la discesa se la neve è trasformata. Si passa da un dolorosissimo finale, per via degli angoli assai acuti sui quali poggare i “punto e virgola” terminali, all’allegrezza di una grande sciata. Adrenalina pura sono i 400 metri di dislivello da scendere proprio sotto la punta, cercando sempre la linea di massima pendenza al centro del Grande Versante. Se la neve non è trasformata è bene dirigersi altrove: il Saron sarebbe un incubo. Con tutti i prerequisiti necessari il Mont Saron è un Urlo, ripeto.
Parlare di questa montagna significa approcciare il discorso soprattutto dalla fine. La partenza non è di quelle che ti fanno capire se il tuo sarà un giorno da leoni o l’ennesima gita che ti fa riflettere sul perchè pratichi questa meravigliosa disciplina.
Allein, poi la frazione Ville, fino all’abitato di Bruson a quota 1.479 metri. Da qui si prende a salire lungo pratoni. Spesso, data l’esposizione a sud, manca neve e l’inizio è quindi tormentato.
Si sale liberamente tentando di seguire tracce oppure segnando il bosco (splendido!) con un’ipotetica linea retta che unisce lo sguardo alla vetta del Saron. Il percorso seguito è stata una sorta di riassunto di una strada interpoderale, incrociandola più volte, per dirigerci verso un evidente traliccio elettrico a circa metà del bosco. Da qui, con una traiettoria più casuale che dettata dalla ragione, abbiamo attraversato il rado e bellissimo bosco che cinge i piedi del Saron. Come detto prima, occorre navigare a vista, badando sempre di puntare verso la meta.
Usciti dal bosco ci si tiene sulla sinistra (direzione O-NO) per raggiungere la cresta SO e salire in grande progressione verso la vetta. Dal bosco alla punta ci sono ancora oltre 500 metri di dislivello. Il pendio finale è via via più ripido procedendo verso la cima, ed è altamente sconsigliato affrontarlo con condizioni di neve poco sicura. Partire con i coltelli nello zaino non è affatto una cattiva idea.
Discesa: direttamente sotto la punta, lungo il versante Sud, seguendo le linee di massima pendenza. Sul ripido, con neve perfettamente trasformata, è il massimo della vita, ma il divertimento non si esaurisce ai piedi del grande pendio: prosegue nel bosco. Davvero una gita completa e molto soddisfacente!
Info per il Mont Saron
Altitudine: 2.681 m.
Quota partenza: 1.470 m.
Dislivello totale: 1.211 m.
Località di Partenza: frazione Bruson, Allein, Valle del Gran San Bernardo.
Tempo salita: 3 ore e 30 minuti.
Difficoltà sci-alpinistiche: BS
Esposizione: S
Mappa: IGC, foglio n. 4, Massiccio del Monte Bianco, scala 1:50.000
Accesso automobilistico
Autostrada: uscita casello AOSTA EST, immettersi sulla statale n. 27 del Gran San Bernardo.
Oltrepassato l’abitato di Gignod, dopo 4 chilometri circa, si trova il bivio per Allein. Proseguire in direzione Villa, poi Bruson. All’altezza del divieto d’accesso, lasciare l’auto e risalire i prati in direzione del Mont Saron. Purtroppo l’inizio della gita è assai complicato, dato che non esistono passaggi obbligati. Comunque si tratta di attraversare ampi prati, spesso divisi tra loro da muretti di contenimento. E’ possibile salire lungo l’interpoderale, ma il percorso viene allungato parecchio.