E’ uno dei rari sabati liberi dal lavoro. Non posso lasciarlo andare via inutilmente, in primis perchè le previsioni promettono un cielo color carta da zucchero. Mi gioco una fetta di carriera (sento già le risate di chi mi conosce…) e diniego l’invito ufficiale del mio capo alla partita di calcetto. Devo capitalizzare questo tesoro di sabato anche se potrebbe essere un pessimo investimento a lungo termine. Ma è tempo di partire: oggi mi servono gli scarponi. I guanti da portiere saranno per un’altra volta!
La Val Ferret l’ho già visitata troppe volte da sfortunato fondovallista, ed un paio di escursioni in Mountain Bike mi hanno sempre stuzzicato l’appetito. L’occasione è buona per aumentare la già notevole collezione di “cartoline” del Bianco italiano: il versante di Ferret non l’ho mai visto da una posizione rialzata in primo piano. Decido per la salita al Colle Battaglione Aosta, 2.882 m., situato, approssimativamente, nella metà della sinistra orografica della Val Ferret, tra la Testa Bernarda e la Tete Entre Deux Sauts. Per arrivare al colle, occorre risalire il vallone dell’Armina, dalla località Pra Sec (1.653), seguendo i sentieri 29-30 poi 6.
Lascio l’auto intorno alle 8.30 ed incomincio a camminare nella prima brina dell’anno. E’ una radiosa e fredda mattina di fine settembre, ricca di quei colori che solo l’autunno ti può regalare. Alla faccia di chi parla male di questa splendida stagione. Il sentiero racconta di un bosco rado e curve docili su eguali pendenze, ed è un buon riscaldamento l’arrivare all’Alpe Armina (2.009 m.), ove termina il profilo vallivo principale e incomincia il classico falsopiano. Le gambe rispondono bene, interrotte soltanto dal frenetico lavoro della macchina fotografica. Alla fine della giornata scatterò più di 300 immagini ed avrò crampi anche all’indice destro.
Non conosco nulla di questa zona, nè ho voglia di consultare la cartina. Non ci sono praticamente difficoltà di sentiero, quindi non mi va di leggere in anticipo “come finisce la storia” dalla mappa. Aumento la velocità: è il solo modo per scaldarmi in questa mattinata che mi costringe alla camicia felpata anche dopo un’ora buona di cammino.
In poco tempo attraverso il falsopiano e raggiungo l’Alpe Secheron (2.250 m.), edificio distrutto dal tempo e dagli eventi di montagna. A tagliare perpendicolarmente il mio sentiero è il tratto del TMB, cioè il Tour del Monte Bianco. Usufruisco di questo sentiero per dieci minuti circa, salendo in direzione del Pas Entre Deux Sauts, poi una lieve traccia, segnavia n. 6, punta dritta in direzione Sud Ovest verso la chiusura del vallone. Dopo poco tempo il sentiero si arrampica ripido alla sinistra dell’evidente cascata, sfruttando alcuni appoggi su manufatti. Il sentiero ritorna così molto evidente fino al termine del salto roccioso.
Un brevissimo tratto in piano ed i brutti sfasciumi lasciano il posto ad un prato tappeto. Quello che prima era un sentiero strappato a rocce brutte diventa uno spettacolare zig zag sempre sulla sinistra del vallone, indicando chiaramente che il Colle Battaglione Aosta non è la sella ben visibile ad inizio vallone, ma una depressione secondaria incastonata sotto la lunga cresta rocciosa ed aerea della Grand Rochere. Terminato un tratto ripido sul prato il sentiero scompare sotto la Testa di Secheron per riprendere a salire a semicerchio nella colata terminale della cresta sotto il Colle Battaglione Aosta. Ancora qualche minuto su tornanti aerei e raggiungo il colle, che è una sottile lama tra la Gran Rochere e la Guglia di Chambave, Testa del Curru.
Sono appena le 11 della mattina e non posso pensare di scendere alla macchina. La giornata tiene e promette limpidezza prolungata. Ormai non c’è più l’afa estiva e la caccia alle immagini si può estendere anche alle ore centrali del dì. Mi ricordo di quel panettone di punta erbosa che ho visto transitando dall’Alpe Secheron, appena illuminato dal sole. Mi ero detto che sarebbe potuto essere un favoloso balcone sulle Grandes Jorasses, il bacino di Planpincieux ed il versante della Brenva del Bianco … ci andrò. Già sto godendo molto perchè dal Battaglione Aosta riesco a vedere, lontana e minuscola, l’Aguille du Midì: ho già un discreto angolo. Piano piano realizzo che la scontata visione del Bianco si estende addirittura sulle punte satelliti del Tacul, con ben in evidenza il Grand Capucin.
Dalla parte opposta una dolce e regolare valle porta nella comba di Planaval – La Salle ed una solitaria Grivola campeggia lontana, disturbata dalla luce controsole. Il Paramont ed il Rutor reclamano a loro volta un breve ruolo da comparse. Ma la vista rimane catalizzata dall’imponenza del Re e dalla sinistra parete rocciosa della Grand Rochere, così vicina e così impervia.
Scendo, ormai deciso a deviare verso il Pas Entre Deux Sauts per salire alla Tete. Prima di arrivare nei pressi dell’alpe di Secheron, una traccia “delle capre” accorcia la strada e permette di raggiungere il sentiero TMB senza perdere troppa quota. Già sono sceso da 2.882 a 2.350 m. circa e mi sembra sufficiente.
Mentre salgo al passo, che separa il vallone d’Armina con quello di Malatrà, campeggia l’invitante cresa erbosa, rivolta a sud, che è una vera delizia per gli occhi e pensare di fare la Tete Entre Deux Sauts in traversata, per ridiscendere sul colle, è come invitarmi a mangiare il mio piatto preferito. All’1 e 15 arrivo in punta alla Tete Entre Deux Sauts (2.728 m.), vetta che è più facile da salire che da pronunciare.
Devo ammettere che la salita aerea, ma non troppo, della cresta, sempre in costante esposizione sul Re e sull’Alpe Armina giù in basso, è stata una bella idea che mi ha costretto a complimentarmi. Non faccio in tempo a finire l’autocelebrazione che arrivo in vetta alla Tete. E’ un luogo ancora più mozzafiato, perchè dischiude improvvisamente la vista in direzione testata della Val Ferret oltre a tutto quanto già visto prima.
La Tete Entre Deux Sauts mi ha donato le soddisfazioni sperate: un grandioso 360° sul Re ed i suoi cortigiani. Splendido è anche il vallone di Malatrà che ora si apre ai miei piedi. Ancora una volta tale vista mi è fatale, perchè, dato che ci sono, decido di completare la traversata scendendo nel vallone stesso. E penso alla grandiosità di questo “panorama di riserva”, fatto dai denti di Malatrà e dal colle omonimo, dalla Punta di Malatrà, dalla fresca ed innevata imponente parete rocciosa della Grand Rochere, che da tetra dominatrice del Battaglione Aosta si è trasformata in una bianca cattedrale. Ancora campeggiano gli stupendi colori rossicci della Testa Bernarda ed i suoi prati bruciati dall’asciutto, che contrastano violentemente con le tonalità violacee della neve fresca in ombra depositata sui versanti settentrionali della Tete Entre Deux Sauts. Il cobalto del cielo si riflette sulla neve e gioca ad alterare colori ed a mettere in difficoltà i fotografi che lasciano a casa l’indispensabile filtro UV.
Resto ancora un po’ anestetizzato dallo spettacolo e poi scendo sul Pas Entre Deux Sauts (2.524 m.). Una lunga traversata poco ripida mi porta all’Alpe Malatrà (2.056 m.). Ancora qualche minuto e si scende al Rifugio (meglio sarebbe dire “albergo”) Walter Bonatti (2.023 m.) che tutto si può dire tranne che sia brutto. Peccato che con la montagna non c’entri nulla, nè serva a chi di montagna se ne intende. Un capolavoro di rifugio destinato a gente che non potrà mai avere un’idea reale di cosa significhi veramente passare una notte in quota. Con i piedi ormai demoliti da troppa strada, raggiungo in mezz’ora abbondante la carrozzabile e ridiscendo a Pra Sec per raggiungere l’auto.
Sono le 16 e 12 minuti e tra 48 minuti incomincerà la partita di calcetto, a Scarmagno. Io non sono ancora arrivato manco a Courmayeur.
Info per il Colle Battaglione Aosta e la Tête Entre Deux Sauts
Altitudine: 2.882 m. (alt. max.)
Quota partenza: 1.653 m.
Dislivello totale: 2.100 m. circa.
Località di Partenza: Pra Sec, Val Ferret, Courmayeur.
Tempo salita: 9 ore / 10 ore.
Difficoltà escursionistiche: EE
Esposizione: principalmente O e S.
Mappa: IGC foglio 4 – Massiccio del Monte Bianco, scala 1:50.000
NOTE PARTICOLARI: Il Colle Battaglione Aosta e la Tête Entre Deux Sauts (2.728 m.): sono due escursioni in una, fattibili con un buon allenamento. La prima, partendo da Pra Sec, località della Val Ferret, si completa seguendo il segnavia 29/30 poi 6. La seconda è una “variante” al Tour du Mont Blanc che parte dal Pas Entre Deux Sauts, che congiunge i valloni di Armina con Malatrà. Il tempo indicato in tabella è indicato per giro completo. Al Colle Battaglione Aosta ci si arriva in 3 ore e 30 circa.
Accesso automobilistico
Autostrada: fino a COURMAYEUR. Proseguire fin quasi al Traforo del Monte Bianco, svoltare a destra, verso gli impianti di Punta Helbronner.
Risalire la Val Ferret oltre il campo da golf … e occhio di lince per il segnavia giallo per il vallone dell’Armina e per il Colle Battaglione Aosta. Comunque molto ben segnalato!
ATTENZIONE: nel periodo estivo, soprattutto durante i giorni di maggior afflusso di traffico, la Val Ferret è soggetta a restrizioni per quanto riguarda il traffico dei veicoli a motore. Informarsi sugli orari e modalità di accesso alla meta.