Estoul-Palasina. Quante possibilità vengono offerte all’escursionista in questo completo microcosmo situato appena oltre la metà della Val d’Ayas? Tantissime, per tutti i gusti e forze. C’è il rifugio-albergo (Arp, 2.480 m.) che potenzia enormemente le ampie possibilità di esplorazione del territorio, oltre a fornire una base per chi si vuole godere un periodo “easy” in un piccolo Tibet.
Orograficamente l’altopiano di Palasina è un’eccezione alla linea sud-nord dello spartiacque tra la Val d’Ayas e l’attigua Val di Gressoney. E’ circoscritto da 4 angoli ben precisi: il Corno Bussola, la Punta Valfredda, il Monte Bieteron ed il Monte Chiapa, sperone erboso che chiude la cresta SE digradante su l’Alpe Lavassey. Il piano formato dall’unione di tre creste e del contrafforte meridionale, lato di accesso, delimita un’area territoriale particolarmente ricca di acque posta perpedicolarmente allo sviluppo vallivo principale. Lo sbarramento naturale che digrada dolcemente dal Corno Bussola fin verso la zona dell’Alpe Palasina, ha così permesso l’orogenesi di un gruppo di laghi; ben 6. Tre sono comunicanti: i laghi della Battaglia. Proseguendo in direzione NO si trova il lago Pocia e, sempre in tal direzione, incastonato tra il Corno Bussola e la Punta del Lago, il lago Lungo. La sesta gemma si trova salendo in direzione nord dai Battaglia verso il Colle Palasina ed ha il nome, guarda un po’, di Lago Palasina o Coliou.
Per non farci mancare nulla aggiungiamo altri tre laghi che si incontrano salendo dall’Arp verso il Passo di Valfredda, nel quadrante nord-orientale dell’altopiano. Uno, solitario e nascosto, chiamato di Bringuez, riempiente il conoide ai piedi della punta Guà (o Palon) e la quota 2.899. Un altro lago solitario è il Literan, alle pendici occidentali del Bieteron ad un niente dall’arrivo della seggiovia, ed altri due piccoli bacini, detti d’Estoul, fuori dall’ambiente Palasina, ad oriente del Bieteron, che si raggiungono con il segnavia n. 13, poco oltre la partenza del nostro itinerario dal parcheggio grande (quello che praticamente delimita la strada asfaltata dalla sterrata in direzione col Ranzola), luogo ove ho lasciato l’auto.
Per chiudere le già ampie premesse devo confessare che, come mio solito, ho mancato l’appuntamento con la comoda seggiovia* che mi avrebbe portato ai piedi del Bieteron, pronto per il lungo traverso, sfruttando l’interpoderale di accesso all’Arp ed alpeggi in Palasina. Questa mia forma di masochismo mi ha quindi costretto a lasciare l’auto al parcheggione predetto, seguire il segnavia n. 5, che sale a spanne seguendo le piste di sci, fino ad aggirare il costone del Bieteron ed immettere l’escursionista nella prima ampia conca.
*Nota bene: persone meglio informate di me mi hanno scritto segnalandomi il fatto che la seggiovia d’estate non funziona. Tutti “ad unghie” dal parcheggio fino all’inizio del traverso sotto il Bieteron … A mia parziale scusante il fatto di essere salito quassù a settembre molto inoltrato. Chiedo scusa a chi ho creato false illusioni!
Lo scopo di questa descrizione è di suggerire all’errante come raggiungere il “distretto dei laghi”, quindi, al primo vero bivio, non seguire per l’Arp ed andare a sinistra (ampia segnalazione in loco). Ora, siccome l’interpoderale sale facendo giri pindarici, una bella scorciatoia, ove riappare usurato sempre il nostro segnavia n. 5, taglia il pendio fino a raggiungere l’Alpe Palasina, per ritrovare lo sterrato, che si conclude a breve presso una casera a quota 2.432 m. Da qui, in cinque minuti cinque, si conquista il varco d’accesso ai laghi della Battaglia. Spettacolo! I segnavia diventano “105”, poi “4”, quindi “3b” e “3c”.
Troppi numeri: facciamo chiarezza. Siamo al centro dell’altipiano; il “105” traccia il periplo meridionale dei Battaglia e termina al Pocia. Il “4” ed i “3” sono in comune fino nei pressi del Pocia. Poi il “4” vira a nord per il Colle ed il Lago Palasina, poi Punta del Lago dalla facile cresta E. I “3” dal Pocia si biforcano: “3b” va, in direzione sud ovest, a “il Bocchet” per scendere al lago Bringuez. Il “3c” sale al lago più alto, il Lungo, poi al Corno Bussola. Districatomi nel dedalo di sentieri, dai Battaglia, prendo il “4” e salgo al Colle Palasina. Da qui, con una salita fuoripista sul fianco della montagna, raggiungo la vetta della Punta del Lago.
La mia idea primaria era salire il Corno Bussola in cresta, proseguendo dalla Punta del Lago. Toccata la prima punta, proseguo in cresta, godendo una visione straordinaria a picco sul lago Lungo. Poi interrompo la risalita della cresta, perchè ci sono alcuni passaggi che non oso percorrere da solo. Fossimo almeno in due per procedere in conserva … taglio corto e torno indietro. Punta del Lago (la discesa diretta nei pressi del lago Lungo la lascio volentieri agli stuntman), colle Palasina, piano e lago Pocia. Una ripida e secca rampa, scavata dagli eventi alluvionali, introduce all’ultimo lago, il già citato Lungo, a quota 2.632. Come colore è il lago più bello: verde!
Il nostro “3c” non si fa intenerire dalla voglia di paesaggio lacustre e lascia immediatamente il bacino del Lungo per salire un costone-canale, al termine del quale c’è il passaggio chiave. Un delicato traverso su sfasciumi che introduce al passo Bussola (2.824 m.). Questo traverso è reso infido dal terreno. In più io l’ho trovato viscido a causa della neve fresca caduta il giorno prima. Non è niente di speciale, ma occorre prestare un minimo d’attenzione in più. Fuori dagli sfasciumi, la depressione del passo con venti metri di corda fissa, piazzata per aiutare a superare un salto di roccia.
L’ultimo quinto dell’escursione, dapprima risale ampi prati, poi, man mano che ci si avvicina alla vetta principale si ritorna a camminare in un territorio più brullo. Il sentiero è sempre ben delimitato, con l’eccezione di un brevissimo tratto franato di recente. Anche qui non ci sono particolari difficoltà da segnalare. L’arrivo in vetta è, inopinatamente spettacolare. Il Corno Bussola, a differenza delle montagne dello spartiacque, sfrutta questa sua decentrata posizione per illuminarci oltre che sul Rosa ed sul Cervino, anche per i gruppi della Testa Grigia, del Corno Vitello, della Valfredda e Bieteron, ed i più lontani Nery, Vogel, Vlu e Torchè.
Non vorrei apparire blasfemo dicendo che la vista del Rosa e del Cervino (oltre che il resto della Valle d’Aosta …) passa quasi in second’ordine, ma questa volta lo spettacolo originale è la tavolozza disegnata dall’erba bruciata che contrasta con i laghi di questo distretto alpino. Fermarsi ai laghi sarebbe un delitto, dato la splendida posizione del Bussola, ma immagini particolari questa volta si possono ritrarre anche restando in “basso”, sfruttando i colori, i riflessi e le condizioni di illuminazione del luogo.
Mi permetto soltanto un’osservazione: chi vuole veramente godere di questo splendido altopiano è meglio che salga fin qui fuori stagione, o week-end, potendo. E’ una gita troppo di massa, per spizzicare con piacevole gusto quest’angolo di Valle d’Aosta caratteristico, unico, sottolineo. Ho però notato troppi segni della maleducazione umana, che oltre essere testimonianza di inciviltà, sono anche atti di egoismo. A volte mi piacerebbe che certi Paradisi fossero raggiungibili solo dopo quattro o cinque ore di duro cammino; quella sana fatica che crea dura selezione. Credo che i sentieri spianati ed eccessivamente facili non abituino il turista (è quello che si può definire “urbanizzazione della montagna”) a capire la montagna ed i suoi giusti tempi d’approccio. Ok, ok, mi sto perdendo nell’utopia del “basterebbe almeno avere una decima parte del cervello per capirlo” … una persona stupida vanifica l’attenzione di altri novantanove. Però sarebbe bello vivere Palasina in completa armonia con il suo tranquillo esistere. Sempre.
Info per il Corno Bussola, Punta dei Laghi e Laghi di Palasina.
Altitudine: 3.023 m.
Quota partenza: 1.815 m.
Dislivello totale: 1.650 m.*
Località di Partenza: Estoul, Brusson.
Tempo totale: 7 ore / 7 ore e 30 min.*
Difficoltà escursionistiche: EE
Esposizione: prevalentemente S.
Mappa: IGC foglio 5 – Cervino Matterhorn Monte Rosa, scala 1:50.000
*I dislivelli e gli orari sono stati calcolati partendo a piedi da Estoul. L’escursione va ripartita tra (circa) 4h30m di salite e 2h30 di discese.
Ulteriori note:
Da Estoul, lasciata l’auto al parcheggio grosso oltre la frazione, salire subito al fianco della pineta. Si trova immediatamente l’interpoderale/sentiero che porta all’Arp. Seguire le indicazioni numerose.
Aggiornamento 2/9/2002. Contrariamente a quanto scritto in precedenza, mi è stato gentilmente segnalato che la seggiovia NON FUNZIONA d’estate. Meglio così …
Accesso automobilistico
Autostrada: uscita casello VERRES, procedere per la Val d’Ayas.
Risalire la Val d’Ayas fino a Brusson. Poco oltre il capoluogo, svoltare a destra per Estoul, impianti di Palasina, appena prima del bivio per il Col de Joux (che è sulla sinistra, salendo).
Procedere fino agli ampi parcheggi in corrispondenza del divieto d’accesso, oltre il quale la strada diventa sterrata.