Escursione Becca di Viou e Lago di Arpisson – Blavy, Roisan

Blavy, 5 ottobre 2001. Al culmine di una lunga strada carrozzabile, dapprima collinare, poi di montagna selvatica, ha inizio una tra le escursioni più classiche della Valle Centrale: la Becca di Vioù. Caratteristica piramide rocciosa, posta a nord-est di Aosta, domina la conca di centro valle, offrendo ampio sguardo su tutto il territorio valdostano, nonostante il disturbo della costa che prende il largo in direzione della Tsaat a la Tsena fino alla Becca di Luseney.

L’avventura incomincia già portando l’auto lungo il dedalo che sale da Saint Cristophe. Raggiunta Blavy, particolare frazione di Roisan, la si oltrepassa fino all’inizio dello sterrato, unico punto utile per parcheggiare. A pochi metri di distanza parte una deviazione dell’interpoderale principale oppure, per essere proprio sicuri, all’altezza dell’ultima abitazione, sulla destra della strada, le paline gialle segnavia indicano con estrema chiarezza la direzione da seguire. C’è solo un sentiero, il n. 25, ammesso che riusciate a trovare in seguito tale segnavia.

Il primo tratto dell’escursione propone un lungo diagonale in un bosco poco folto, puntando in direzione della cupa foggia del Mont Mary, montagna vicina alla Vioù, praticamente gemella. Il sentiero è anonimo, come la natura circostante. Lo spettacolo si sviluppa alle spalle dell’escursionista; lentamente prende vita la scenografia …

Il percorso, con pendenze abbastanza regolari, sale seguendo una linea discretamente retta, incrociando l’interpoderale per l’Alpe di Vioù, quest’ultima posta a quota 2.062 m., e che rappresenta il vero inizio dell’escursione. Qui, oltre a prendere maggiormente coscienza del panorama antistante (Emilius, Grivola e, tutto ad occidente, l’impressionante piramide delle Grandes Jorasses), occorre fare il pieno. E’ l’ultima possibilità d’acqua, almeno in stagione avanzata, e due zampilli compiono il loro dovere.

Mancano pressapoco 800 metri alla punta. Dall’Alpe il sentiero vira di 90° in direzione NO, puntando verso la conca posta ai piedi della cresta che collega la Vioù con il Mary. Radi larici accompagnano il cammino, lasciando sempre più il sentiero alla mercè del solleone. Non vorrei essere qui, con questa piena esposizione a sud, durante le giornate più calde dell’estate. Superato un diagonale dalle pendenze accettabili, si giunge ad un pianetto, sopra il quale c’è il momento più duro della giornata: l’accesso al colle di Vioù.

Nonostante i ripetuti tornanti il sentiero diventa molto più ripido, taglia una lingua alluvionale ben visibile anche da Aosta e raggiunge il colle, sempre con pendenze ragguardevoli. Finalmente la larga spianata permette di rifiatare. Sfortuna vuole che la giornata serena termini poco prima del suo epilogo naturale: un banco di vapor acqueo circonda la Vioù. Ben sgombro è il versante della Valpelline, con il Dent d’Hérens in bellavista. Cartina alla mano decido di giocarmi la sorte, sperando nella temporaneità della nuvola, e scendere al vicino lago d’Arpisson.

Gola profonda e selvaggia, quella che scende butterata da pietre rosse e marcata dal tormentato versante settentrionale del Mont Mary, fatto solo di pietre e nient’altro. In basso, un nevaio delimita l’accesso ad una conca ospitante l’Arpisson. Dal colle non è visibile il lago: occorrono parecchi metri per vedere una scarna pozza scurissima. Che delusione, penso. Dato che sono nelle vicinanze decido di raggiungere il piccolo bacino.

Scommessa perduta! Il lago è ancora in ombra, nerissimo. Visto da sopra non è niente di speciale. Basta una breve virata, raggiungere la sponda a ridosso del Mary per accorgersi della spettacolare rifrazione del Grand Combin. E’ uno scenario incantevole che si lascia ammirare in tutta la sua maestosità. Merita veramente farsi questi duecento metri di dislivello. Dopo l’opportuna pausa per le dovute riprese, mi attende il ripidissimo sentiero che riporta al colle. In circa mezz’oretta sono nuovamente in cresta.

Risalire il facile ed ampio spallone est è gioco da ragazzi. In pochissimo tempo la vetta è conquistata. Nessuna sorpresa per la vista che si gode dalla Vioù, nel senso che è quanto meno ciò che si pretende da una montagna in tale posizione. Non ci si aspetta niente di più e niente di meno … salvo nuvole fantozziane.

Coccolati dallo straordinario panorama, soprattutto verso la cresta di confine italo-svizzera della Valpelline, si può godere il meritato riposo, circondati da un tripudio di vette, importanti e no. La pace fa da corollario al pranzo. Che goduria essere qua sopra, al centro della Valle d’Aosta.

Rimane il rammarico di non riuscire a fare la traversata su Prailles, Valpelline, scendendo al Lago Arpisson. E’ una valida alternativa alla classica andata-ritorno sulla stessa via, previa collocazione auto nei pressi della frazione di Valpelline. Una discesa di quasi duemila metri, tutta su terreno abbastanza ripido, stando alle curve di livello della mappa. Sarà per un’altra volta!

Info per la Becca di Viou

Altitudine: 2.856 m.
Quota partenza: 1.451 m.
Dislivello totale: 1.603 m.*
Località di Partenza: Blavy, Roisan.
Tempo salita: 3 ore e 30 min. / 4 ore solo per la Becca di Viou. 30 minuti per compiere il tratto tra Lago Arpisson ed il colle di Viou.
Difficoltà escursionistiche: E
Mappa: IGC foglio 5 – Cervino Matterhorn, Monte Rosa, scala 1:30.000.

Ulteriori note:
*Dislivello calcolato in: 1385 metri tra Blavy e Becca di Vioù + 218 metri tra il Lago Arpisson ed il Colle di Vioù. L’estensione al Lago Arpisson comporta altra mezz’ora in salita, portando i tempi di percorrenza tra le 4 e 4,30 h. La discesa dal colle al lago è breve, 10 minuti, dato il pendio molto ripido. Occorre calcolare anche 2,30 h di discesa dalla vetta per ritornare a Blavy.

Attenzione: Blavy è in comune di Roisan, ma per salire quassù occorre passare da Saint Cristophe.

Accesso automobilistico

Autostrada: uscita casello AOSTA EST.

Alle porte di Aosta, caserma dei Vigili del Fuoco, svoltare a destra per Saint Cristophe. Cercare le indicazioni per Blavy … accesso alla piccola strada per Blavy veramente complicato per chi non conosce la zona!

All’inizio della collina, aiuta prendere come rifermento le deviazioni per Sorreley. Poi compaiono i segnavia gialli del percorso intervallivo, per Blavy.