Pochi giorni dopo l’Avril torno sulla “scena del delitto”. D’altra parte la provincia autonoma della Valpelline è talmente grande che ci vorrebbe un lustro di stagioni escursionistiche per girarla in ogni suo angolo. Data la mia scarna conoscenza di questo territorio, mi aggrego volentieri ad una comitiva di amici che decidono per la tranquilla, ma non troppo, salita al Bivacco Savoie. Esso è situato a quota 2.651 m. e posto nel quadrante SO della sterminata Conca di By, quasi a metà strada tra By stessa ed il Col di Champillon. La prima parte dell’itinerario, comune all’Avril, si svolge lungo la comoda mulattiera che sale da Glassier. Nei pressi della diga di quel che resta del lago di By, occorre seguire il segnavia n. 3.
Una volta raggiunta l’interpoderale Champillon-Alpe Thoules, percorrerla per pochi metri, in direzione Champillon, fino ad imboccare la salita per l’Alpe Porchère. Sempre su strada sterrata, si cammina lungo gli ampi prati che caratterizzano i pendii centrali della Conca di By. L’interpoderale termina alla Tsa di Porchère, quota 2.298 m.. Da qui un sentiero comodo e ben tracciato sale in direzione del ben visibile Col di Valsorey. L’incantevole panorama sulle propaggini meridionale del Gran Combin, della Gran Testa di By, della Tête Blanche, dell’Avril e del Mont Gelè, invogliano a pause ristoratrici, data la giornata estremamente limpida e la gamba che oggi è pigra e perde la partita con l’occhio, maggiormente stimolato dalla bellezza del luogo.
La navigazione lungo il sentiero si fa difficile nei pressi di una spalla erbosa, che, assottigliandosi gradatamente diventa una sottile cresta che separa i valloni di Valsorey dal vero e proprio cuore della Conca di By. E’ difficile intuire che una traccia di sentiero risalga il “Dosso Boegno Ba”, il nome di questa cresta erbosa, mentre le evidenti tracce proseguono dentro il vallone. Trovato il percorso, quasi abbandonato, si procede lungo un deciso pendio erboso, marciando ben presto sul filo di questo spartiacque secondario, una vera e propria prosecuzione in linea retta dello spigolo dettato dei Tre Fratelli. Mentre l’invitante Col di Valsorey si rende sempre più appetitoso, si prosegue lungo il sottile crinale, con i Molari di Valsorey che dominano sempre più i vicini paraggi.
L’arrivo al Bivacco Savoie, “via della cresta”, è costituito da una serie di rampe micidiali, in special modo l’ultima. Il paesaggio è sempre più grandioso. La struttura metallica del bivacco si erge sopra una piccola spalla erbosa, dominata dalla cresta che scende dai Tre Fratelli. Una corona di montagne cinge per 270° circa il panorama, lasciando aperto soltanto il lato sud all’infinito. Nonostante il baluardo di confine con la Svizzera limiti l’immagine del Grand Combin, risaltano appieno le altre montagne della zona, Mont Gelè in testa. L’Avril, i Morion, la Grand Tête de By, la Tête Blanche. La rossastra mole dei Molari di Valsorey sono sopra il bivacco, ma occorre salire al colle omonimo per gustarne appieno le forme geometriche. Il rifugio Chiarella (meglio noto come Amiante), appare guardando in direzione NNE: è quasi mimetizzato nel deserto di pietre che lo circonda. Un forte vento freddo urla sulla nostra pausa: gli amici commentano che qui è una costante fastidiosa.
Una volta ripreso fiato si riparte per il Col di Valsorey, la porta per il Mont Velan. Dal versante italiano il Bivacco Savoie è il punto di partenza. Un sentiero ben marcato lascia il bivacco per addentrarsi nel vallone sottostante il colle. La pista dura pochissimo, poi si disperde nella pietraia pianeggiante appena oltre il bivacco. Al presentarsi delle prime pendenze, occorre stare sulla sinistra, rimanendo su tracce non sempre perfettamente visibili: rari ometti sono presenti. La salita è molto dura, soprattutto con l’avvicinarsi al crinale. Chi volesse sbirciare o andare al Mont Velan, non vada all’intaglio del colle, ma si tenga a più in alto a sinistra, arrangiandosi su terreno instabile (attenzione alle scariche di sassi), fino a guadagnare la cresta, approssimativamente 50 metri di dislivello sopra il Colle. L’accesso al Mont Velan è un passaggio escursionistico piuttosto complicato, per esperti e con attrezzatura di sicurezza adatta.
Dal Col di Valsorey un contrafforte roccioso impedisce la vista sul Mont Velan, ma il versante svizzero regala uno scorcio di rara bellezza sul Gran Combin, che qui appare nella sua mole massiccia e dominatrice. Un angolo di Dolomite è disegnato dal profilo tagliente dei Molari di Valsorey, pinnacoli dalla forma regolare che ricordano vagamente le Cinque Torri in zona Tofane-Falzarego-Giau. La salita molto dispendiosa ed ingannevole (della serie il colle visto dal bivacco sembra a portata di mano …) toglie le residue voglie di rimontare la cresta per andare a curiosare i pendii glaciali del Mont Velan. L’ultima mezz’ora è stata veramente faticosa.
A conti fatti forse l’ascesa a questo colle non porta un grande valore aggiunto all’escursione, anche se l’apertura sul Combin ed i vicini Molari valgono il sacrificio. In soldoni, si desume che salire fin qua sopra con poca visibilità non ha senso, a meno che non lo si faccia per allenamento a pendii ripidi e ghiaiosi.
Info per il Col di Valsorey
Altitudine: 3.107 m.
Quota partenza: 1.549
Dislivello totale: 1.558 m.
Località di Partenza: Glassier, Ollomont
Tempo salita: 4 ore / 4 ore e 30 min.
Difficoltà escursionistiche: E fino al bivacco Savoie, EE dal bivacco al Col di Valsorey.
Esposizione: prevalentemente S, poi E.
Mappa: IGC foglio 115 – La Valpelline, Valle di Ollomont, Valle di Saint Barthelemy, scala 1:30.000.
Appoggio: nuovo bivacco Savoie, inaugurato nel luglio 2003. 18 posti letto (da confermare).
Ulteriori note: occhio ai segnavia posti proprio alla partenza da Glassier. Il sentiero per il Savoie è il numero 3. Il punto più “difficile” dell’itinerario è la percorrenza del Dosso Boegno Ba. La cresta, seppur aerea, è facilissima. L’impresa, passatemi il termine, è capire a che punto lasciare il sentiero principale, per risalire il primo dosso erboso.
Accesso automobilistico
Autostrada: uscita casello AOSTA EST, seguire le indicazioni per il Tunnel del Gran San Bernardo. Dopo la seconda galleria, svoltare per la Valpelline.
Imboccata la S.R. della Valpelline, superare l’abitato di Valpelline, quindi girare a sinistra per Ollomont. Proseguire fino alla frazione Glassier, ove termina l’asfalto. Ampio parcheggio. La mulattiera per By parte 100 m. prima del parcheggio, sulla sinistra.