Le mani in tasca! Dal parcheggio di Cheneil fino alla sommità di questo splendido balcone. Nelle nostre montagne, così ricche di sfasciumi, impregnate di sentieri a gradoni, che ti fanno montare la carogna alle ginocchia quando scendi, la Roisetta è una lieta eccezione. E’ davvero una bella punta piana, degna di apertura stagionale. 1300 metri circa di dislivello dal parcheggio di Cheneil per raggiungere la sommità.
Alle 9 del mattino il parcheggio sottostante Cheneil è quasi sgombro. Poche auto. Al ritorno la situazione sarà ben diversa, ma la cosa non ce ne può importare di meno, perchè la massa non si disperde oltre la Conca, Monumento Nazionale alla salvaguardia dell’ambiente rurale alpino. E pensare che c’è chi auspica che la strada raggiunga questo capolavoro, scampato anche alle funeste ire alluvionali. Il sottoscritto spera che si salvi anche dall’ottusa volontà di chi ha il cervello alimentato dall’impianto ad iniezione della propria auto …
Liberati gli animi da coloro i quali vorrebbero anche il cesso in auto, bastano dieci minuti della secca rampa che separa il parcheggio all’ingresso nella Conca. Qui i gradini ci sono, e qui finiscono. Comincia la gita dopo il riscaldamento … Non c’è bisogno di raggiungere l’albergo Bich ed il resto della frazione, perchè i segnavia da seguire (ufficialmente i 26-29, ma si troveranno lungo il percorso anche il 5 e poi il 23) si trovano esattamente trecento metri dritti in direzione dell’uscita del sentiero in conca.
Lasciati i gradoni dell’accesso la traversata ha inizio proprio a fianco di un ponte, quindi occorre lasciare sulla destra il Rio Cheney, nativo dai nevai dell’Aran, Roisetta e Tournalin. Non seguire le indicazioni per “La Grande Balconata del Cervino” e proseguire parallelamente il torrente per guadagnare quota in modo molto blando. Lo spettacolo incomincia da qui, godendo appieno la strana catena di guglie che congiungono il Falinere con la Trecarè. Meno nobili sono i profili dei due Tournalin; della Roisetta, come pure dell’Aran, nessuna traccia, a parte il sentiero ben marcato.
Terminato il tratto sopra Cheneil, il sentiero si inoltra in angoli veramente suggestivi, soprattutto in stagione appena iniziata. E’ tutto verde smeraldo, tinta che qui assume connotati estremi … chi salirà a settembre-ottobre non se la prenda con me se troverà tutto bruciato dall’estate. Superato un piccolo pianoro, il sentiero si inoltra facendo una serie di tornanti, fino ad accompagnare ad un traverso introducente il guado sotto la cascata formata dal Cheney.
Appena attraversato il torrente incomincia un tratto decisamente ripido, ove occorre tirare fuori le mani dalle tasche per procedere con un minimo di equilibrio. Il sentiero impazzito lascia la cascata sulla sinistra per impennarsi giusto giusto sopra di essa. Il panorama incomincia ad assumere connotati significativi, spaziando in direzione SO verso l’Emilius ed il Gran Paradiso. Generosa, la traccia, scopre piano piano il suo sviluppo …
Ora la salita si abbandona in uno stretto canalino, sempre affiancato dal torrente che conquista lo sguardo grazie a rocce bianche, lambite e levigate dall’acqua. Qualcosa incomincia a vedersi. Lo scoglio roccioso dell’Aran sovrastante la ripida parete erbosa e l’introduzione ad un ampio anfiteatro sotto il Tournalin incomincia a prendere forma. Ancora una rampa rabbiosa e un ventaglio verde, enorme, accoglie il viandante. Siamo ai piedi della Roisetta, che qui si fa notare per la prima volta.
Dimentichiamoci la vetta dipinta come i nostri disegni di montagna delle Elementari. La Roisetta ha l’immagine di un trapezio goffo, sgraziato e pure poco fotogenico. Ben più caratteristiche la Sigarette Bobba, guglie rocciose fotocopia dell’Aguilles de l’M vicine di casa dei Pelerins, nel Bianco di Chamonix. Sono poste a mezza via tra la Roisetta e l’Aran e fanno da viatico ad un vallone zeppo di sfasciumi che esula dal nostro itinerario.
Superato questo ampio pianoro, il sentiero, qui un po’ poco visibile, sale appena sotto lo sperone roccioso in direzione ENE, cioè andando dritto verso il Tournalin. Affiancando la riva sinistra del torrente non si può proprio sbagliare. Man mano che si sale le tracce sono molto più visibili, fino a diventare nuovamente un bel pistone. Altra novità è il repentino aumento di pendenza: ancora un salto deciso per lasciare la conca di Lezan. Questo decisivo strappo introduce alla zona degli sfasciumi, obbligando a seguire un comodissimo traverso in direzione dell’ultimo piano proprio sotto la Roisetta.
Nuova impennata, ormai la quota si avvicina a 3.200 m., per salire la rotondità della vetta, avendo già avvistato da parecchio tempo la croce di termine corsa. A fare proprio i pignoli la vera Roisetta è la punta che ci si trova tutta a dritta, pochi metri più alta di questa falsa cima ufficializzata dalla croce. Le mappe parlano chiaro: dalla sommità si deve vedere a picco la Val d’Ayas! Detto fra noi, dato il panorama ben delineato e così imponente davanti ai nostri occhi, questo dettaglio scompare, come qualsiasi altra parola di fronte all’ultimo scenario.
Info per il Monte Roisetta
Altitudine: 3.334 m.
Quota partenza: 2.023 m.
Dislivello totale: 1.311 m.
Località di Partenza: Cheneil, Valtournenche
Tempo salita: 3 ore / 3 ore e 30 min.
Difficoltà escursionistiche: EE
Esposizione: tutte
Mappa: IGC foglio 5 – Cervino Matterhorn, Monte Rosa, scala 1:50.000.
Accesso automobilistico
Autostrada: uscita casello SAINT VINCENT – CHATILLON.
Seguire le indicazioni per Breuil Cervinia, risalendo la Str. Reg. della Valtournenche, fino al Capoluogo di Valtournenche. Poco prima di arrivare agli impianti delle Cime Bianche, svoltare a destra per salire (7 km. circa) per Cheneil. La strada termina in un ampio spiazzo, ove lasciare comodamente l’auto.