Mentre sto risalendo in auto la Valle di Cogne mi chiedo se sono pazzo ad avventurarmi da queste parti proprio nel periodo più affollato della stagione, considerata la mia alta intolleranza verso la caciara … alle 8 del mattino, trovo i parcheggi di Lillaz colmi a metà. Calzo gli scarponi e lascio la tranquilla frazione, ai piedi dell’Urtier e della Valeille, al suo pigro risveglio di un’ennesima calda mattina secca, senza rugiada. Nei pressi dei campeggi di Lillaz si trova il segnavia del sentiero n. 16, che parte dritto sparato, dentro ad un bosco fitto che aiuta con la sua ombra a superare le prime fatiche.
Ad onor del vero prima di addentrarsi nel bosco bisogna un po’ andarsi a cercare il sentiero, dapprima marciando su di una breve interpoderale, poi attraversando un ampio prato, interrotto da un sentiero trasversale. Se la memoria non mi inganna si dovrebbe trovare un segnavia (ingannevole, perchè indica il “16” dritto verso la montagna) su di una grossa pietra bianca al termine del grande prato. Ad essere precisi si percorre per pochi metri sulla sinistra il sentiero incrociato, poi, nei pressi di una sbarra di legno si trova la definitiva partenza. Ad ogni buon conto, tutte le tracce che partono da questa radura insidiata dal bosco, convergono verso il nostro sentiero, quindi si può procedere con relativa approsimazione senza alcuna paura di perdersi.
Bosco ripido dicevo, la prima parte dell’itinerario, è ben protetta dal sole ma abbastanza faticosa. Davvero singolare un passaggio dentro una specie di canalone, affiancato da lunghe lame di rocce che spezzano la monotonia del paesaggio silvestre. Occorre marciare circa un’ora e mezza per uscire dall’ombra delle conifere (quota 2.350 mt. circa), immettersi sul sentiero n. 17, nuovo segnavia subentrante, che arriva dal Belvedere, stazione d’arrivo della funivia che collega il capoluogo, Cogne. Un’ultima conifera solitaria, caratteristica, è punto di riferimento importante: oltre occorre attraversare trasversalmente il vallone su di un’infida pietraia, per uscire, a sinistra, sul contrafforte opposto, senza prendere eccessivamente quota.
Terminato il poco agevole traverso del largo vallone dominato dalla Punta Vigeusaz, il sentiero procede su terreno misto erba-pietre, a volte poco visibile, riprendendo ad impegnare l’escursionista su pendenze discrete. Il punto più ripido è un lungo piano inclinato erboso, privo di punti di riferimento, al culmine del quale si trova un grande ometto (2h15min). Superato il maunfatto, un brevissimo piano introduce ad un successivo tratto erto, dove il sentiero lambisce il culmine della spalla che domina dall’alto la pietraia attraversata trecento metri più in basso.
Arrivati alla quota segnata 2.688 m. secondo quanto indicato dalla mappa IGC (3h 00min), è tempo di rifiatare, oltre che poter finalmente porre gli occhi sulla nostra meta terminale. Marciando sull’agevole altopiano erboso si giunge facilmente ai piedi della Punta Fenilia e del suo circo di sfasciumi. Qui ha termine ogni forma di vita vegetale ed il sentiero, dapprima attraversa un breve piano sassoso, quindi si inasprisce su ciottoli instabili. Man mano che si procede verso il colletto posto a sinistra della Punta Fenilia, le pendenze aumentano ed è davvero duro l’arrivo alla sella.
A questo punto il panorama si apre maestoso sul Gran Paradiso, ma occorre ancora una manciata di minuti per godersi l’arrivo in vetta. Procedere lungo un breve traverso pianeggiante, addentrandosi nel versante della Valnontey, fino a raggiungere l’agevole cresta opposta al colle. Ancora pochi metri, salendo tra grandi sassi, e l’angusta vetta della Fenilia è cosa fatta (4h 00min).
Lo strettissimo terrazzino offre una straordinaria vista soprattutto sul versante della Valnontey del Gran Paradiso e sul Ghiacciaio della Tribolazione. Di profilo la Torre del Gran San Pietro, quindi la lunga cresta che porta alla Roccia Viva ed alla Becca di Gay. La Testa di Valnontey introduce il già citato Gran Paradiso, e la catena si estende mostrando Montandaynè, Herbetet, Grand Serz, l’ampio vallone del Lauson, la Punta Rossa della Grivola e la Grivola perfettamente allineate. Il Monte Bianco irrompe prepotentemente all’orizzonte. Anche il Grand Combin reclama una parte da protagonista, mentre il Cervino trova uno spiraglio proprio a fianco della Cima di Leppe che, a sua volta, cancella Dent d’Herens e Grandes Murailles dalla vista. La punta Garin offusca l’Emilius, poco visibile, e le pendici del Rosa si nascondono dietro le nuvole e la lunga cresta dominata dal regolare triangolo della Tersiva. Guardando da Sud verso Est, si trovano le poco conosciute vette della Valeille, la Punta delle Sengie, il Monveso di Forzo, il Grand e Petit Arollaz ed i relativi ghiacciai delle Sengie e di Arollaz. Dall’anonimato di questo parziale, emerge la poderosa Torre di Lavina, remoto angolo dell’opposto vallone di Bardoney. Il tutto termina con il lungo e regolare vallone dell’Urtier, che riporta alla Tersiva. Come uno smeraldo inestimabile, in basso compare il Prato di Sant’Orso, l’abitato di Cogne e di Cretaz. Tutto davvero molto bello …
Discesa: per la via di salita oppure, per coloro i quali non hanno paura di allungare il rientro di circa un’ora e mezza, procedere in questo modo. Scendere fino a quando si incontra il sentiero n.16. Rimanere sul 17: una piccola e secca salita riporta ad un punto panoramico a quota 2.472 m., dopo aver fiancheggiato un tratto franato poco agevole. Quando il terreno riprende a scendere si avvista l’arrivo di uno skilift. Raggiungere l’impianto, dominato dalla parete nord della Punta Fenilia, ed addentrarsi nel bosco. Continuare a seguire il sentiero, che si interseca più volte con la pista da sci, per giungere al Belvedere con un lungo traverso pianeggiante. Dal Belvedere il sentiero riprende ad incrociarsi con le piste, fino a sovrapporsi ad esse. Alcuni tratti ripidi permettono di giungere velocemente al Piano di Sylvenoire. Girare a destra lungo il rilassante sentiero (segnavia 14) che attraversa ampi prati e boschi piacevolmente freschi che riportano a Lillaz.
Nel complesso la salita alla Punta Fenilia è una valida alternativa alle classiche escursioni offerte da Cogne: sette persone lungo il percorso, compreso il sottoscritto, in una bella giornata nei dintorni di Ferragosto la dice lunga sull’affollamento del luogo. L’escursione è impegnativa e diventa consistente se si unisce la discesa dal Belvedere. Non ho trovato una goccia d’acqua lungo l’itinerario (estate 2003, molto secca), quindi è meglio attrezzarsi.
Info per la Punta Fenilia
Altitudine: 3.053 m.
Quota partenza: 1.617 m.
Dislivello totale: 1.436 m. totali.
Località di Partenza: Lillaz, Cogne.
Tempo totale: 4-4h30min.
Difficoltà escursionistiche: EE
Esposizione: svariate. Principalmente N.
Mappa: IGC foglio 101 – Gran Paradiso, La Grivola, Cogne, scala 1:25.000
Accesso automobilistico
Autostrada: uscita casello AOSTA OVEST, quindi svoltare per Aymavilles e risalire la Val di Cogne.
Proseguire oltre l’abitato di Cogne e raggiungere Lillaz: ampi parcheggi. Il sentiero parte nei pressi di un campeggio, con segnavia n. 16.
Note particolari: tutto l’itinerario si svolge all’interno del Parco Nazionale del Gran Paradiso.