Escursione Punta Gnifetti (Signalkuppe) – Gressoney La Trinitè, Val di Gressoney

Giorno 1

La Punta Gnifetti è la classica delle classiche del Monte Rosa. Prodigarsi in descrizioni su questo dente spuntato che emerge dall’enorme corona glaciale che racchiude le punte che fanno del Rosa la seconda montagna europea è quantomeno difficoltoso, dato l’alto numero di relazioni presenti sui vari libri in commercio. Aggiungiamo, inoltre, il passa-parola in tutte le lingue parlate dagli alpinisti e ci troviamo di fronte ad un itinerario celeberrimo e conosciutissimo.

Dunque mi rivolgo a chi non ne sa, casualmente, abbastanza, oltre a coloro che vogliono leggere la mia opinione in merito. Dico subito che la Punta Gnifetti è una mia autentica bestia nera. Diversi tentativi naufragati per maltempo o per crisi d’altitudine. L’ultimo, in ordine di tempo, risale al week-end del 2 e 3 luglio, tentando la salita con gli sci. La nostra avventura si conclude al Colle del Lys, avendo la presuzione di salire in giornata dal livello del mare …

Quest’ennesimo assalto lo approcciamo nel modo consueto: pernottamento intermedio, al rifugio Gnifetti, e partenza il mattino successivo, con quel po’ di acclimatazione che i 3.647 m. della notte al Garstlet donano all’escursionista. Per salire al rifugio Gnifetti, ci si appoggia all’ovovia dei Salati (orario 8:15 – 17:15, confrontare il sito Monterosaski per il periodo d’apertura estivo – attenzione: gli orari di chiusura impianti di Gressoney differiscono da quelli di Alagna), con partenza dal colle omonimo, via Stolemberg ed attraversamento del ghiacciaio dell’Indren.

E’ insidioso il passaggio dell’Indren, con alcuni tratti di ghiaccio vivo, posti al centro del ghiacciaio, che rendono scivoloso l’incedere. Ci sono alcuni crepacci pericolosi nel terzo quarto dell’attraversamento, poco prima di giungere al consolidato strato nevoso precedente il traverso per il rifugio Mantova o il passaggio delle roccette per il rifugio Gnifetti. Non aggiungo altro in proposito ed invito a vedere la pagina relativa alla Piramide Vincent per ulteriori dettagli su questo tratto.

Giorno 2

Il buongiorno ci viene servito da un incessante vento che spira da sud verso nord, molto fastidioso e, nonostante la provenienza meridionale, freddo. Lasciamo l’inospitale rifugio Gnifetti (demerito di alcuni gestori, che non conoscono il significato di garbo e cortesia …) scendendo lungo la doppia scala a pioli sul ghiacciaio del Garstlet. Messi in sicurezza dalla corda e calzati i ramponi, si parte per l’avventura. Impressionante l’arretramento del ghiacciaio che fa sì che non si possa uscire su di esso a nord del rifugio, com’era possibile fino a due anni fa.

Non sono un granchè in forma e continuo a patire l’altitudine. Non mi è da meno d’aiuto il grande pianoro posto tra il rifugio Gnifetti e la parete Sud della Piramide Vincent. Come fossi fuori fase, attacco la dura rampa che permette l’accesso alla dorsale del Balmerhorn ed al trapezoidale versante Nord della Piramide. Le condizioni del ghiacciaio di quest’anno sono tutt’altra cosa rispetto al secchissimo 2003. Pochi e ben delineati i crepacci: in ogni caso restare sempre ben concentrati in questo tratto è cosa buona. Passata quota 4.000, dove il terreno perde pendenza, è finalmente ora di godersi lo spettacolo del Lyskamm Orientale, la cui roccia assume colori rossastri a causa del sole a levante.

Continuo ad essere in difficoltà, con la testa accerchiata da una micidiale tenaglia invisibile … quand’ecco che l’urlo della curva del Delle Alpi, questa volta rivolto a me stesso, mi invade il cervello. Il doping psichico fa il miracolo ed il passo riacquista sicurezza, in vista del lungo diagonale in direzione NE per il Colle del Lys. Inappagabile, fino ad ora, il panorama su questo spicchio di Monte Rosa, oltre che al remoto illuminarsi del Gran Paradiso e dell’importante mole del Monte Bianco, che campeggia sui grandi crepacci dell’alto Ghiacciaio del Lys.

Appena oltrepassata la sagoma del Cristo delle Vette, un nuovo fortissimo vento contro, proveniente da nord ci ostacola la marcia. La temperatura è rigida ed il fastidioso vento non permettono di gustarsi appieno il dischiudersi del panorama. Ora è imponente il profilo del Lyskamm Orientale, con le due creste, del Naso a Sud e l’affilata cresta di confine a NE, che ha inizio, approssimativamente, dalla Roccia della Scoperta. Alla nostra destra, stiamo sfilando ai piedi dell’aguzzo dente roccioso del Corno Nero (Schwarzhorn) e della piattonata glaciale del Ludwighshöhe. Lentamente, in direzione nord, compare la punta della Dufour, inequivocabile segno dell’avvicinamento al Colle del Lys.

Il Colle del Lys, posto a 4.248 m. è uno di quei posti che sembra indefinito nella sua realtà geografica. Ben individuabile nelle mappe, non è nient’altro che una larga spianata di neve, dalla quale si riesce finalmente a vedere per intero la Punta Dufuor, con in primo piano la centrale Cresta Rey, la Zumstein e la Punta Gnifetti. Voltandosi a sinistra appare la spoglia parete Est del Cervino, piramide estremamente regolare, vista da qui. All’immediata sua sinistra la glaciale ed imponente parete nord del Lyskamm Orientale. Ai nostri piedi, il lento digradare del Grenzgletcher, uno dei bracci affluenti del gigantesto Gornergletscher. Il quantitativo glaciale nel versante elvetico non è nemmeno lontanamente paragonabile al lato italico. Le estensioni dei ghiacciai in Svizzera sembrano himalayane, al confronto.

Il cammino riprende, in territorio svizzero, in leggera discesa, proprio all’immediata sinistra dell’affilata cresta che sale alla Punta Parrot, flagellata dal fortissimo vento di phoen. Per fortuna, nella conca, riparata dall’abbraccio roccioso della Dufour, tira molta meno aria. Costeggiata tutta la base della Punta Parrot, si riprenda a salire sfruttando un regolare diagonale che taglia il pendio da SE a NO. Una comoda virata proprio ai piedi della vetta della Zumstein, riporta la traccia in direzione della Punta Gnifetti. Ora il violentissimo vento è a nostro favore, ma l’altitudine (oltre 4.400 m.) non permette di accelerare il passo per portarsi al riparo. Gli ultimi cinquanta metri di dislivello sono una bella impennata faticosa, ma ormai non c’è più nulla che ci possa impedire l’arrivo al rifugio più alto d’Europa: la capanna Regina Margherita, quota 4.554 m, posta in vetta alla Punta Gnifetti o, come chiamata dagli svizzeri, la Signalkuppe.

Al riparo dal vento, sulla balconata E del rifugio, lo sguardo cade a precipizio sulla parete E valsesiana ed il basso Ghiacciaio delle Vigne. Portandosi all’estremità nord del rifugio c’è l’indimenticabile occhiata sull’aerea cresta Signal, che separa la Valsesia dalla Valle Anzasca. Peccato che lo sguardo sul Ghiacciaio del Monte Rosa e sulla parete più alta delle Alpi, sia parzialmente celata dal grande gendarme che segna il termine della Cresta Signal. Ancora più a nord, spicca il gruppo del Dom. Proseguendo il giro antiorario, nell’immediate vicinanze della Punta Gnifetti, si trova la Punta Zumstein, nove metri più alta, ma letteralmente inglobata dalla mole della Punta Dufuor, che, con i suoi 4.633 m. segna il tetto del massiccio del Rosa. Sempre in direzione Nord compare l’aguzza Nordend. Voltandosi a ponente, si vede per intero l’aerea cresta dei Lyskamm, potendo finalmente distiguere agevolmente la vetta Orientale da quella Occidentale. Al centro del “fotogramma mentale” appare la calotta ghiacciata del Breithorn Occidentale, che allontana maggiormente il Cervino, rispetto alla vista precedente del Colle del Lys. Tra il Breithorn ed il Cervino si trova la Dent d’Herens e, nell’immediata destra di entrambe le vette del Lyskamm, appaiono il Grand Combin ed un remoto Monte Bianco. Guardando a sud, appare parzialmente la bella cresta della Punta Parrot, la vetta del Ludwigshöhe e la “bassa” spianata del Colle del Lys. L’orizzonte è chiuso dal Gran Paradiso, che sovrasta un insignificante Zerbion, milleottocento metri più basso.

Dopo tutta questa indigestione di bellezza bisogna scendere. Ci vogliono circa quattro/quattro ore e mezza per tornare al Passo dei Salati. Ed è un ritorno reso faticoso dal lungo sviluppo. Fino a quando si marcia sul ghiacciaio, a parte le solite immancabili precauzioni, si riesce a viaggiare con continuità. Fastidioso è il tratto che dal rifugio Mantova riporta all’attraversamento dell’Indren. Dapprima le tracce di sentiero su pietraia instabile, poi l’alternanza di neve e ghiaccio all’Indren, rendono la marcia disagevole e molto lenta. La stanchezza affiora in toto nella durissima risalita dello Stolemberg. Ormai, con molta calma, manca un quarto d’ora al Passo dei Salati. Lasciamo il versante meridionale del Rosa avvolto in una sinistra fascia di nuvole comparse improvvisamente. Nell’ovetto che ci riporta al Gabiet racconto ai miei compagni di gita l’episodio che mi ha dato una scossa … giusto per strappare un piccolo sorriso sui nostri volti affaticati, ma con dipinta addosso l’espressione inequivocabile di una genuina e semplice felicità.

Info per la Punta Gnifetti

Altitudine: 4.554 m.
Quota partenza: 2.936 m.
Dislivello totale: 1.618 m.
Località di Partenza: Stafal, Gressoney La Trinitè.
Tempo salita:
· giorno 1. (Passo dei Salati, rifugio Gnifetti), 3 ore. Per il rifugio Mantova: 2 ore e 45 min.
· giorno 2. Dal Rifugio Gnifetti, circa 4 ore e 30 min. / 5 ore.
· discesa: 4 ore / 4 ore e 30 min. Tenerne conto per la chiusura degli impianti di risalita.

Difficoltà alpinistiche: F
Esposizione: principalmente S
Mappa: IGC foglio 109 – Monte Rosa, Alagna Valsesia, Macugnaga, Gressoney, scala 1:25.000

Ulteriori note:
Partenza dall’arrivo ovovia del Passo dei Salati. Itinerario alpinistico elementare da affrontare con adeguata attrezzatura: occorrono ramponi, picozza, imbrago e corda. Abbigliamento da alta quota necessario. Ricordarsi che l’ultima corsa dell’ovovia è alle 17:15. Meglio chiedere conferma agli addetti all’impianto onde evitare 2 ore di scarpinata fino a Gressoney, Staffal, per riprendere la macchina. Informazioni per gli orari e periodo apertura estivo presso il sito della società Monterosaski.

Appoggi:

  • Rifugio Mantova, 3.498 m. – tel. +39.0163.78150 – 80 posti + 15 invernale (consigliato).
  • Rifugio Gnifetti, 3.647 m. – tel. +39.0163.78015 – 250 posti + 15 invernale
  • Rifugio Regina Margherita, 4.554 m. – tel. + 39.0163.91039 – 80 posti + 20 invernale
  • Bivacco Giordano, 4.131 m. – 6 posti (difficile accesso, con passaggio di roccia, a causa del ritirarsi del ghiacciaio)

Accesso automobilistico

Autostrada: uscita casello PONT SAINT MARTIN. Prendere per la Val di Gressoney.

Percorrere interamente la Val di Gressoney, fino a Stafal, ove termina la strada. Seguire le indicazioni per gli impianti a fune.