Escursione Testa Grigia – Gressoney la Trinitè, Val di Gressoney

Un’estate troppo statica. Stavo vivendo un momento di appannamento, ecco perchè d’improvviso ho riempito lo zaino con il necessario per una notte in bivacco e per una sessione fotografica, rivelatasi poi quasi fallimentare, in punta alla Testa Grigia. Il miglior balcone a disposizione per catturare immagini del versante sud del Monte Rosa e delle due lontane pareti S ed E del Cervino.

Venerdì 10 settembre 2000, parto da Gressoney La Trinitè alle 14:30, sotto un cielo perennemente imbronciato e grigio. Salgo il versante E della Testa Grigia circondato da una fastidiosa nebbiolina. Non riesco a fotografare nulla. Alle 17:45 arrivo al bivacco Ulrich Lateltin (3.153), posto sulla spalla del Monte Pinter, fiducioso nell’alzata del sipario per lo spettacolo serale. Alleggerisco lo zaino e volo verso la punta. La fortuna, oggi, mi ha voltato le spalle. Ritorno al bivacco verso le 20:30 con il sacco quasi vuoto: giusto un paio di foto. Cena e nanna: non resta altro.

La notte passa lentamente: non riesco a dormire troppo a quella quota e, per fortuna, la sveglia alle 4 mi salva dall’agonia di un letto comodo ma, inutilizzato. Sono pronto in dieci minuti. Fuori dal bivacco è buio pesto. Solo le lontane luci di Gressoney ed Antagnod mi ricordano la presenza umana. I compagni occasionali del bivacco dormono profondamente … accendo il frontalino e incomincio a salire.

Nel buio di una notte senza luna, la luce artificiale della mia torcia definisce contorni irreali alle pietre, alle tracce del sentiero. La completa solitudine nella quale sono immerso mi spinge a rallentare il passo, per soppesare ogni rumore estraneo alle mie orme. Sono in vetta alle 4:45, monto il cavalletto e la macchina fotografica ed entro nel buio più totale spegnendo la torcia. Sono attimi terribili: anche la flebile certezza di una debole luce di lampadina si fa desiderare. Con gli occhi adattati al buio incomincia una nuova visione del mondo.

La volta celeste è ricchissima; lo spettacolo è trascendentale. Il buio è talmente fitto che non si riesce a vedere niente del Rosa: solo le luci dei 4 rifugi. Il Cervino, poi, non esiste proprio. Passano lunghissimi minuti: a settembre il sole nasce circa alle 7. Il mio errore di valutazione significa due ore di paziente attesa. Se il buio totale in un ambiente simile è evento inconsueto, il silenzio ascoltabile lo è ancora di più. Eccezion fatta per un remotissimo brusio di torrenti, in vetta alla Testa Grigia, a quell’ora, si sente niente!

Niente! Ed è incredibile constatare quanto un elemento banale come il silenzio sia, oggigiorno, una introvabile rarità. Una piccola porzione di luce intanto mi permette di osservare le valli ai miei piedi. Prima sgombre, ora rapidamente insidiate da un bluastro strato di nuvole. Per nulla rassicuranti, raggiungono immediatamente il fondo valle e, come riccioli di burro, si impennano per ricoprire la mia vista. Incomincio a disperarmi pensando di perdere pure la replica del mattino. Invece, come sono arrivate, le nebbie spariscono, accucciandosi ai piedi dei massicci. Lo spettacolo può incominciare.

E’ doveroso aggiungere qualche dritta sul percorso … Adoro salire alla Testa Grigia da Gressoney La Trinitè. Nei pressi dell’alimentare Welf (se non ricordo male), parte il sentiero n. 10, che sale subito sul ripido fianco della montagna. Dopo circa mezz’ora c’è il primo bivio, sempre dentro al bosco. Bisogna andare a destra, sul segnavia 10c. Terminato il bosco si raggiunge la splendida casera di Hoggen Stein. Procedere pochi metri in direzione del Rothorn, poi svoltare a sinistra (segnavia poco visibile) per marciare su una cengia stretta ed un po’ esposta che riporta sul fianco erboso della montagna che era stato aggirato prima di giungere alla casera di Hoggen Stein.

Proseguire con rapidi cambi di direzione su un bel pendio di erba ollina fino a giungere al tratto di roccia attrezzato con un cavo metallico, superato il quale si affrontano i dolci altipiani che portano all’ex bivacco Cozzi. Rimane una panchina ed il basamento in cemento della vecchia costruzione, spazzata via dal vento. Procedere seguendo i riferimenti sempre più rari. Qualche ometto indica la via per l’attraversamento di un piano di sfasciumi. Segue quindi un tratto molto ripido che punta dritto verso la cresta del Monte Pinter. Quindi i segnavia deviano parallelamente alla cresta fino a giungere ai piedi del colletto che separa la Testa Grigia dal Monte Pinter. A questo punto manca solo la ripida rimonta finale per giungere al colletto.

Avanti, in direzione nord, c’è la facile cresta della Testa Grigia. Il sentiero percorre interamente il crinale, per diventare esposto nei pressi di una serie di caratteristici gendarmi. Un primo tratto attrezzato aiuta l’escursionista ad un passaggio altrimenti delicato sul filo della cresta. Quindi segue uno sbarramento che si aggira o arrampicando (passaggio di II che porta immediatamente in cresta) o procedendo sotto il filo di cresta, camminando sul versante di Trinitè, servendosi di corde fisse. In pochi minuti si giunge in vetta.

Discesa. Per variare l’itinerario consiglio il ritorno via colle Pinter. Giunti al colletto tra il Monte Pinter e la Testa Grigia, scendere sulla destra, lungo il versante di Champoluc. Un primo piano di sfasciumi introduce ad un ripidissimo canalone posto immediatamente sotto il bivacco Lateltin. Superato il canalone un traverso pianeggiante introduce ad un altro pendio ripido su ghiaietta. Il sentiero, ben tracciato, ritorna su terreno erboso poco prima di arrivare al colle Pinter. Da qui si torna in territorio gressonaro proseguendo a sinistra, per il vallone di Pinter. Tratti ripidi si alternano a grandi piani. Il sentiero fiancheggia le alpi Loage superiore, di mezzo ed inferiore, per poi scendere decisamente sulle casere denominate Montil inferiore (quota 1.960 m. circa). Lasciare il segnavia dell’Alta Via n. 1 e seguire il sentiero n. 7.

Per ritornare a Gressoney La Trinitè ci sono quindi due alternative. Scendere lungo il sentiero n. 7 a Ober Castel: si raggiungerà la Strada Regionale della Val di Gressoney al km. 30,9, oppure proseguire lungo il sentiero Walser che si incontra scendendo da Montil. Questo sentiero taglia a mezza costa evitando di dover scendere fino al fondo valle e dover risalire lungo la strada asfaltata. In ogni caso è una bella sfacchinata aggiuntiva, ma la già grandiosa escursione alla Testa Grigia viene ulteriormente arricchita da un percorso ad anello dedicato agli escursionisti con una marcia in più!

Info per la Testa Grigia

Altitudine: 3.315 m.
Quota partenza: 1.624 m.
Dislivello totale: 1.691 m.
Località di Partenza: Gressoney La Trinitè, capoluogo.
Tempo salita: 4 ore e 30 min. / 5 ore
Difficoltà escursionistiche: EE*
Esposizione: E
Mappa: IGC foglio 109 – Monte Rosa Alagna Valsesia Macugnaga Gressoney, scala 1:25.000

*In condizioni di cresta innevata e/o ghiacciata, la gita diventa alpinistica.

Accesso automobilistico

Autostrada: uscita casello PONT SAINT MARTIN, proseguire per Gressoney La Trinitè.
Giunti a Gressoney la Trinitè, seguire per gli impianti di risalita. Un centinaio di metri dopo il distributore di benzina, svoltare a sinistra, su di un ponte. Parcheggiare l’auto nei pressi di un alimentari. Il sentiero n. 10 parte negli immediati pressi del parcheggio.