Escursione Testa di Liconi, – Morge, La Salle, Valle Centrale

Tra i molti angoli ancora a me ancora sconosciuti della Valle d’Aosta, ho potuto annoverare, fino a poco tempo fa, questo luogo. Eppure ha sempre esercitato un certo fascino, vuoi a causa delle fotografie che ho avuto occasione di vedere, vuoi per le letture su questo remoto vallone. Ma, e di questo non so spiegarne il perchè, l’ho sempre reputato un luogo di ripiego, da godere quando non si ha tanta voglia di fare tragiche alzatacce: un vallone ed il suo lago, sicuramente caratteristico. Ho il diritto di crearmi dei preconcetti riguardo i posti che non conosco ed ho il dovere di riconoscere pubblicamente quanto ho sbagliato nell’immaginarmi il “Liconi Day”.

In effetti la gita al Liconi è nata da un ragionamento intelligente. Bombardati da innumerevoli bollettini meteo riferenti che durante la giornata odierna spirerà un forte vento da nord-ovest, cosa c’è di meglio di una splendida escursione in un vallone esposto a sud-est? Le premesse sono favorevoli, in zona non c’è una nuvola, il vento c’è, come da previsione; basta qualcosina in più nello zaino e la voglia di partire. Dunque si va, ed anche al riparo dal forte vento.

La Salle, dolce fianco della Valdigne, offre una comoda strada che porta fino alla frazione Morge, a circa 8 chilometri di distanza. Un paio di chilometri prima di arrivare a Planaval, termine asfaltato della carrozzabile, un comodo parcheggio, situato in fronte ad una grossa fontana “nuova di pacca”. Un segnavia molto evidente invita a seguire due tracce: la 20 per il Colle Battaglione Aosta e la 21 per il lago di Liconi (inutile sottolineare che si può trovare scritto anche Licony: si parla della stessa cosa). Ma lasciamo stare i numeri e vediamo di capire la disposizione di questa comba “anomala”.

La Comba di Planaval si apre su 5 sub-valloni più o meno ben definiti. Da ponente a levante recano, il primo ai Liconi, il secondo al Colle Battaglione Aosta, il terzo, che è il più ampio ed è la vera prosecuzione della Comba stessa, all’evidente Guglia di Malatrà, il quarto al Col Serena, confine con il comune di St. Rhemy en Bosses, ed il quinto nella zona di Punta Falita, che troveremo esattamente alle nostre spalle, partendo per i Liconi. Questo per inquadrare la zona e per aiutare a ragionare sul difficile inizio della passeggiata.

Al pronti-via, è subito forte discesa fino a raggiungere Piginiere, ove è costruita una spledida casa privata, appena l’attraversamento del torrente. Il sentiero è facile ed intuibile, e termina immettendosi in un’interpoderale che arriva da Planaval. Incomincia quindi un lungo traverso. Occorre ragionare sulla nostra posizione: ci troviamo orograficamente nel terzo vallone, quindi dobbiamo traversare fino a quello più occidentale (di sinistra). Continuiamo a seguire l’interpoderale, fino a quando essa si strozza ed impenna improvvisamente. Poco visibile, proprio alla sinistra del cambio di pendenza dell’interpoderale, si dirama un sentiero non segnalato (i tratti gialli iniziano da qui, ma sono rari). Imboccarlo! Continua il traverso.

Questo sentiero, dopo un tratto in piano prima in un bosco, segue poi l’orlo di un precipizio, dunque sale ripido tracciando numerosi tornanti. Finito il tratto ripido, il sentiero si infila deciso dentro il vallone “numero 2”, quello del Colle Battaglione Aosta. Un bivio ingannevole e poco visibile non vi aiuterà certo a ritrovare la via di un piccolo ponte, assolutamente mimetizzato con il greto del torrente da attraversare. Seguire il tratto di sentiero che va al ponticello, attraversarlo e proseguire sempre a mezzacosta. In breve il sentiero ritrova una seconda, lunga, strada interpoderale (che sale da Villair) e che finalmente permetterà di raggiungere la località Liconi, 1.878 metri, base del nostro vallone e vero inizio dell’escursione. Per la cronaca l’antipastino della traversata da Morge a Liconi, costa circa un ora e mezza di cammino.

Sempre per dovere di informazione, nei pressi del villaggio, c’è un piccolo santuario, scavato nella roccia, dedicato alla Madonna di Lourdes: magari a qualcuno potrebbe tornare utile! Finalmente, ben indirizzati, il sentiero prosegue salendo in linea retta il vallone, qui abbastanza ampio e delimitato da un imponente sbarramento erboso, fiancheggiato da creste rocciose irregolari. Man mano che si sale le pendenze aumentano, si lascia sulla destra il torrente che fuoriesce dal lago non ancora visibile, che scorre su peculiari rocce rossastre. Una serie vorticosa di zig-zag permette di superare lo sbarramento ed introduce al Lago. Questo tratto di sentiero è duro!

Lago, con tanto di maiuscola iniziale. Conca verdissima, acqua color blu intenso, angolo di Bianco (Mont Maudit, prima visione, poi piano piano la punta principale) incluso nel prezzo. Vista stupefacente! Dire che sono sorpreso dall’abbagliante bellezza del luogo è sminuire, è togliere merito al colpo d’occhio ricevuto. Alle spalle, controsole, Grivola e Mont Paramont regnano indisturbati e la lontana mole dell’Emilius oggi fa solo da defilata comparsa, destinato a scomparire appena ci si inoltra, pochi metri dopo, verso il bacino naturale.

Davvero molto suggestivo raggiungere l’alpe di Liconi (2.662) fiancheggiando lo Smeraldo, ora immediatamente tramutato in colore ottanio, sfruttando il pieno controluce. Scintillante, l’acqua richiama lo sguardo con un fascino a dir poco ipnotico. La regolare sella posta dietro il lago è immediatamente raggiungibile. E’ l’ultimo riparo dal forte vento che aveva ripreso decisa consistenza nei pressi dell’arrivo al lago. Appena al di là della cresta erbosa uno spettacolo abbacinante … il Monte Bianco ed il suo massiccio appaiono folgoranti nella loro veste italiana. Dalla lontana Aiguille des Glaciers fino all’inconfondibile profilo innevato del Mont Dolent. Giù, in basso, la picchiata sulla Val Sapin, il villaggio di Villair, solo omonimo del precedente citato, ed i pressi di Courmayeur. Posta di fronte, la testata della Val Sapin, chiusa dal colle omonimo, la Testa della Tronche, che digrada sulla regolare forma della Testa Bernarda, orogenesi della Cresta della Saxe; quest’ultima si chiude, perpendicolare al nostro sguardo, nei pressi del rifugio Bertone, ben visibile. Sto pensando che è un peccato non avere un’altra auto nei pressi dell’imbocco della Val Sapin, per compiere un’interessantissima traversata.

Ancora una boccata d’ossigeno, una pausa per guardarsi alle spalle e riscoprire il bacino lacustre, incastonato in questa splendida conca erbosa, delimitata dalla corona irregolare ma appuntita della Testa del Curru e della Guglia di Chambave. La sazietà sarà colma soltanto risalendo dai 2.674 m. del colle di Liconi ai 2.929 metri della Testa omonima. La vetta rocciosa posta alla sinistra del colle, si raggiunge forzando un traverso su sentiero ben delimitato tracciato tra sfasciumi. Supera alcuni nevai residui, re-imbiancati di fresco, raggiunge un laghetto che è una vera e propria delizia, agguanta una sella che offre visione del ripido e tormentato versante opposto di Lavancher, quindi conduce in facile cresta terminale sulla Testa di Liconi, altro spettacolare balcone sul Bianco.

E’ ovvio che rispetto al colle qui si gode di maggiore visuale, soprattutto sul resto della Valle d’Aosta. Fino al Monte Rosa, e poi via via tutto il resto, Cervino, Combin e Velan esclusi. Emilius, Grivola, Gran Paradiso, Becca di Tos, Paramont, Rutor, il gruppo del Bianco … è un trionfo, come la forza del vento che quasi mi impedisce di mettere la giacca. Alla fine delle riprese fotografiche è tempo di far su nuovamente lo zaino, riempiendolo oltre che delle proprie cose, anche degli straordinari ricordi ed emozioni vissute. Il Giorno dei Liconi segna l’ora del rientro, con la lunga discesa sulla stessa via percorsa in salita, capace di offrire ancora nuova luce al Lago, di cementare le sensazioni forti appena trascorse. Uno Smeraldo incastonato in un luogo appartato, dove la magia di un verde quasi irreale lascia il sipario soltanto alla grandezza del Monte Bianco.

Info per la Testa dei Liconi

Altitudine: 2.929 m.
Quota partenza: 1.625 m.
Dislivello totale: 1.304 m.
Località di Partenza: Morge, strada per Planavalle, La Salle.
Tempo salita: 4 ore e 30 min.
Difficoltà escursionistiche: E fino al Colle. EE per la Testa di Liconi.
Esposizione: principalmente SE.
Mappa: IGC foglio 4 – Massiccio del Monte Bianco, scala 1:50.000

Appoggio: bivacco in costruzione nei pressi della sommità della Testa dei Liconi. Al momento in cui completo questa nota, la struttura è in fase di ultimazione.

Ulteriori note:
Raggiungere La Salle – uscita autostrada Morgex – salire in direzione Planaval. Non raggiungere il termine asfaltato e fermarsi a Morge, 8 km. circa da La Salle. Sentiero in genere ben segnalato ad eccezione del primo bivio (decisivo) e dell’accesso al ponte per lasciare il vallone di Chambave (Colle Battaglione Aosta) e traversare verso Liconi. Raggiunto il vallone di Liconi non c’è più alcuna difficoltà. Attenzione al rientro nel non farsi trascinare a Villair dall’interpoderale che parte da Liconi!

Accesso automobilistico

Autostrada: uscita casello MORGEX. Fuori dall’autostrada, svoltare a destra verso La Salle.

Salire in direzione Planavalle, e parcheggiare una volta raggiunta la frazione di Morge. L’escursione ha inizio nei pressi di una nuova fontana, di fronte ad un parcheggio. Segnavia presenti alla partenza gita.