Quando gli occhi del compagno di gita luccicano raggiungendo l’intesa, quando senti le gambe che ti chiedono di essere spronate ancora, non c’è alcun dubbio che devi andare avanti, devi continuare a pedalare, anche se saprai che probabilmente i crampi ti colpiranno duramente, anche se il prossimo colle sarà immerso nella nebbia più angosciante. Questa splendida traversata, molto lunga, mette a dura prova la resistenza e le gambe e permette di assaggiare veramente tutti i terreni possibili: dall’asfalto, all’interpoderale, al sentiero, alle tracce e perfino il prato libero! Non ci sono difficoltà logiche, a parte l’ingresso in Val Clavalitè dal Col Fussì e qualche traverso del vecchio Sentiero Reale di caccia ormai devastato dai depluvi. I grandi spazi dell’Urtier fanno da dolce introduzione al lungo sali-scendi che incomincia con la ripida salita al Lago Ponton. Dopo, tracce di sentiero portano al Col Pontonnet che è un tutt’uno con il Colle Fenis, testata della Val Clavalitè.
Secondo i piani una volta raggiunto il Colle Fenis avremmo dovuto ridiscendere in Val Clavalitè per raggiungere Fenis, ma il lungo serpentone formato dal Sentiero Reale e la possibilità di valicare dal Fussì per rientrare in Clavalitè ci aveva fatto ben presto cambiare idea. La lunga traversata sotto il Mont Delà incomincia, prima con una divertente discesa, poi con un sentiero alquanto disastrato che raggiunge l’evidente traccia che dal vallone del Miserin risale verso il Col Fussì. Con le gambe quasi allo sfascio incomincia un sentiero che è bello riuscire a pedalare …
La lunga salita al Fussì termina con un sentiero piacevole ed un senso di oppressione: le nebbie non ci permettono di vedere oltre il lago Gelé e ci nascondono la punta del Glacier proprio sopra di noi. Una laconica scritta in nero su di un masso ci indirizza verso Fenis, non prima di aver superato un ampio tratto di sentiero franato. Quando, dall’alto dell’Eyelè vediamo l’interpoderale che ci porta al Grand Arpaz in Clavalitè, ci sentiamo come i dispersi nel deserto che ritrovano un’oasi …
Itinerario
Partenza a Lillaz (Valle di Cogne). Arrivo a Fenis (Valle Centrale). A Fenis è possibile lasciare l’auto nel grosso parcheggio antistante l’ingresso nel paese.
Itinerario: da Lillaz imboccare la strada asfaltata che sale verso l’Urtier (è imboscata in mezzo a due condomini, sulla sinistra, appena prima dei grandi parcheggi che chiudono la strada). Seguire l’interpoderale ignorando stradine, sentieri, bivi eccetera. Superare il primo forte strappo (asfalto) poi la strada spiana per riprendere a salire gradatamente. Si oltrepassa una cappella con fontana nelle vicinanze e si continua a salire senza grossi cambi di pendenza. Fiancheggiare una cascata sfruttando una serie di tornanti ed inoltrarsi nei pianori terminali dell’Urtier. Quasi alla fine dell’interpoderale (che prosegue fino ai piedi della Finestra di Champorcher) si incontrerà un ponte, nei pressi del quale si trova l’evidente salita che porta al Lago Ponton (fin qui tutto sui pedali). Appena prima della discesina al lago si trova il sentiero che porta al lago Pontonnet (bici a spalla-spinta) e, una volta raggiunto questo piccolo lago, si può progredire sulle tracce del sentiero verso l’evidente colle omonimo (m. 2897); si riesce a pedalare in alcuni tratti.
Proprio duecento metri in linea d’aria separano la depressione del colle Fenis, testata della Clavalitè. Dal Pontonnet si nota evidentissimo proprio sotto le pendici del Mont Delà il sentiero quasi interamente pedalabile che porta nel vallone del Miserin. Tagliare sempre a mezza costa seguendo quelle che diventano tracce di un sentiero, perdendo meno quota possibile. A lungo andare si incrocia il sentiero che sale al Col Fussì (molto pedalabile, anche se duro).
Raggiunto il Fussì (2.910) seguire le tracce del sentiero che fiancheggia lo spartiacque della Clavalitè con il bacino dell’Avic in direzione N. Non perdere assolutamente quota. In questo tratto ci sono le maggiori difficoltà, perchè il sentiero è franato in diversi punti. Il tratto è molto faticoso ed abbastanza pericoloso per la precarietà delle pietre sulle quali ci si trova a camminare. Proseguire sempre stando vicini alla cresta fino al Col d’Eyele (2694).
Da qui tracce di un sentiero portano ai casolari (Tramail) dell’Eyele. Appena sotto il colle si può rimettersi in bici per affrontare i pratoni sovrastanti le casere visibili.
Nota importantissima: ignorare i sentieri tracciati sulle cartine (IGC – Parco del Gran Paradiso – F.3) che scendono direttamente dal Fussì verso i tramail d’Eyelè. Non esiste nulla! Prima di scendere raggiungere in traversata il Col d’Eyelè. Arrivati ai tramail d’Eyelè si imbocca l’interpoderale della Clavalitè con il quale si arriva facilmente fino a Fenis. A parte il breve, ma intenso, tratto di salita al termine del pianoro di Clavalitè, è tutta discesa, a tratti molto ripida. Prestare attenzione perchè è facile raggiungere alte velocità.
Carografia. Istituto Geografico Centrale – Parco del Gran Paradiso – F. 3. Scala 1/50000
Impegno fisico: notevole, per dislivello, lunghezza delle salite. Tratti a piedi faticosi.
Prestare particolarmente attenzione a: dal Col Fussì al Col d’Eyelè. Sfasciumi e detriti, principi di frane. Punto molto difficile in caso di pessima visibilità.
Acqua: di non facile reperibilità lungo la parte alta del percorso.
Vie d’uscita: scedere direttamente dal Colle Fenis in Clavalitè è a me sconosciuto (non mi sembra un granchè comodo, visto dal Pontonnet). Raggiunto il Grand Arpaz si scende facilmente a Fenis. In caso di abbandono prima del Fussì, sappiate che potreste scendere facilmente al rif. Dondena – Champorcher (ma la macchina è a Fenis!) o spendere un’ora per ritornare al Col Finestra per ridiscendere nell’Urtier a riprendere la macchina a Lillaz. Caso dobbiate dirottarvi su Dondena – Champorcher, un servizio treno + bici è disponibile da Pont Saint Martin. Scendere alla stazione di Nus per ritornare comodamente a Fenis.